Le ptologie muscolo scheletriche da sovraccarico biomeccanico a carico dei segmenti articolari delle braccia (mano, polso gomito, spalla) si possono verificare quando si effettuano compiti ciclici e ripetitivi in cui si movimentano carichi leggeri (inferiori a 3 kg) con una velocità rilevante.
Le patologie sono causate dal fatto che l'esecuzione della stessa sequenza di movimenti delle articolazioni delle braccia provoca il superamento della "soglia limite sopportabile" a livello divelocità/durata/forza.Se si supera questa "soglia limite" i tendini si infiammano, aumentano di volume ed esercitano una pressione su nervi e vasi sanguigni: si crea, cioè, una situazione di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.
I rischi di patologie ai segmenti articolari delle braccia sono strettamente connessi con l'intensità dei ritmi produttivi e con le caratteristiche dell'organizzazione del lavoro; le misure di prevenzione di queste malattie, quindi, incidono direttamente anche sulla fatica psichico-fisica di lavoratrici e lavoratori.
Per l'analisi di questa tipologia di rischio esistono metodologie differenti; nel marzo 2007 tuttavia, è stata emanata una norma (ISO 11228/3) che definisce degli standard di riferimento ed indica come metodologia da utilizzare quella elaborata dall'Istituto di Ergonomia della postura del movimento (EPM) denominata OCRA; il riferimento a questa norma è presente anche nel dlgs 81/08.
Poiché l'analisi dei rischi da movimenti ripetitivi è abbastanza complessa, e richiede un livello di formazione approfondita, ci limiteremo a fornire solo alcuni elementi chiave di conoscenza. Il livello di rischio per un lavoratore/lavoratrice viene analizzato per un singolo compito, o fase lavorativa, e dipende dall'incrocio dei seguenti fattori:
frequenza delle azioni (o movimenti) al minuto di ciascun braccio (es: raggiungere, muovere, afferrare, piazzare, posizionare, estrarre, infilare, sfilare, spingere, tirare, rilasciare, azionare, piegare, curvare, schiacciare, ruotare, girare-avvitare);
postura: l'assunzione di posture a rischio (con la mano, il polso, il gomito, la spalla) e la loro durata (in % in un singolo compito o ciclo);
forza: Il giudizio del lavoratore - lavoratrice sul livello di forza applicata (e la sua durata in % in un singolo compito o ciclo) secondo dei valori della scala di Borg (da 0 assente a massimo 10);
carenza del tempo di recupero: il numero di ore senza pause di almeno 10 minuti in una singola ora presenti in un turno;
durata netta dei compiti ripetitivi in un turno di lavoro.
Le fasi previste per la valutazione del rischio da movimenti ripetitivi sono le seguenti:
Si rilevano, con filmati ed interviste a lavoratori, i dati relativi ai singoli fattori di rischio;
Si assegnano ai singoli fattori di rischio, sulla base dei valori rilevati, gli indici previsti dalla tabella di calcolo Ocra;
Si moltiplica il valore standard OCRA del fattore frequenza azioni/minuto (30 az/min) con ognuno dei valori ottenuti al punto 2: si ottiene così il valore della frequenza azioni/minuto raccomandata da OCRA per la fase di lavoro analizzata;
Si divide il valore della frequenza azioni/minuto reale (effettuata dal lavoratore) con quella raccomandata: si ottiene così l'indice di rischio finale.
Tabella dei valori dell'indice di rischio OCRA:
Fino a 2,2 - fascia verde: rischio assente-lieve
2,3-3,5 - fascia gialla: rischio medio
Oltre 3,5 - fascia rossa: rischio elevato
2.3 Le misure di prevenzione per le attività con movimenti ripetitivi
Per ridurre il livello di rischio di patologie alle articolazioni degli arti superiori bisogna agire sui singoli fattori di rischio (frequenza azioni/minuto, forza applicata, posture ecc), dopo aver effettuato gli interventi di prevenzione si rifà il calcolo dell'indice di rischio; se si ottiene un valore in fascia verde ( fino a 2,2) il problema è risolto, altrimenti bisogna adottare altre misure per la riduzione del rischio.
Modifiche sulla struttura della postazione di lavoro: disposizione ottimale del posto di lavoro, degli arredi, del lay-out, la scelta di strumenti di lavoro ergonomici. Questi interventi tendono ridurre i fattori di rischio quali posture movimenti incongrui, compressioni degli arti superiori, l'uso della forza.
Modifiche dell'organizzazione del lavoro: riduzione della velocità dei ritmi di lavoro, aumento del numero di addetti sulle linee di montaggio, aumento del numero di pause, rotazione delle mansioni. Questi interventi tendono a ridurre i fattori di rischio legati alla frequenza azioni/minuto, carenze di pause e durata netta di esecuzione dei compiti ripetitivi in un turno di lavoro.
Formazione e addestramento del lavoratore: gli interventi formativi sono complementari ai precedenti e si propongono di informare e formare i lavoratori sui rischi presenti e sulle modalità di operare più corrette per la salvaguardia della salute.
Importante: con i dati relativi ai parametri descritti si calcola l'indice di rischio di una postazione di lavoro (al di là del soggetto che ci lavora); per calcolare, invece, l'indice di rischio a cui è esposto un singolo lavoratore/lavoratrice bisogna definire dettagliatamente le fasi di lavoro ripetitive che effettua nel turno e la loro durata.
Le valutazioni del rischio da movimenti ripetitivi, considerate le modalità di calcolo dei singoli fattori di rischio ( con filmati ecc), sono più difficili da analizzare; per verificare la correttezza delle analisi aziendali, quindi, è indispensabile una formazione minima ed il supporto tecnico da parte del Gruppo nazionale salute e sicurezza Usb.
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