Una strage silenziosa che ha molti assassini
Ieri abbiamo superato abbondantemente il record di morti di lavoro in poche ore e non tutti insieme.
Ne scrive con dovizia di particolari il blog “Mortidilavoro”, annunciando la cifra sconosciuta di ben 11 morti in poche ore, ai primi di agosto. Due là, tre di qua, un paio di morti in itinere, un suicidio in caserma, due immigrati scampati al naufragio della loro barchetta, giovani senza formazione, volontarie, infermieri, uno sfortunato paziente in trasferimento, un operaio schiacciato dal muletto e via scavando nei piccoli giornali di provincia.
Sui grandi giornali fanno testo solo le grandi stragi, quelle che sollevano il cordoglio unanime e meritano dichiarazioni stampa sempre uguali da parte della Ministra, dei sindacalisti di mestiere, dei politici addetti ai lavori.
Da qualche anno, da quando la USB e rete Iside hanno avviato la campagna per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime su cui hanno raccolto decine di migliaia di firme su una proposta di legge che giace in Senato da ormai più di un anno (chissà perché i senatori che l’hanno poi firmata e depositata non ne chiedono la discussione…)l’attenzione mediatica e politica si è fatta un po’ più stringente, tutti si affannano a commentare, nessuno che abbia qualche idea per affrontare la strage, molti si affannano a precisare che però sono contrari all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.
Sia mai si dovessero incazzare i padroni!